Diagnosi precoce

Mi è capitato spesso di imbattermi in discorsi, articoli, convinzioni in cui è palese la confusione che persiste nell’identificare le misure di prevenzione con il concetto di diagnosi precoce.

L’esempio forse più comune di diagnosi precoce è la ben nota mammografia.
Complici le diverse iniziative di sensibilizzazione – utilissime e sacrosante – in tanti scambiano questo esame come un’attività di prevenzione, quando in realtà si tratta di un esame strumentale atto a verificare la presenza o meno di carcinoma nella zona del seno.
È, peraltro, un esame importantissimo per ogni donna. Sottoporvisi anche quando lo stato di salute è apparentemente ottimale o non appena si avverta la presenza anche di un apparente innocuo nodulo che prima non c’era, significa favorire una diagnosi precoce dell’eventuale cancro, che è una passo importantissime per guarire, prevenire conseguenze gravi o evitare terapie troppo invasive, ma non è paragonabile alle iniziative di prevenzione.

Per iniziative di prevenzione, infatti, si intendono quelle attività che ci consentono di ridurre al mimino i fattori che possono alterare lo stato di salute psico-fisica di ogni individuo: parliamo di alimentazione sana, possibilmente varia, ricca di cibi biologici, con un giusto equilibrio tra i nutrienti; l’attività fisica, ancor meglio se svolta all’aperto, è in egual misura importante; non consumare fumo e alcool, evitando i fattori di stress sono ulteriori misure di prevenzione. Insomma, uno stile di vita sano e regolare è la prima vera azione di prevenzione che ogni individuo può svolgere.

Un altro significativo contributo, in una dimensione preventiva o, mi piace sottolinearlo, conservativa quando con questo termine vogliamo intendere il mantenimento di uno stato di benessere psicofisico, possono darlo i biofotoni.
Quello stesso benessere, infatti, è la dimostrazione concreta e visibile di come l’individuo goda di un equilibrio energetico in quel momento ottimale.
Nella società in cui viviamo, tuttavia, sono tanti i fattori che incidono su quell’equilibrio, che in tanti casi si rivela un po’ troppo precario: sono sufficienti stress lavorativi o familiari, patologie psicosomatiche che si manifestano in particolari momenti, cambiamenti improvvisi o delusioni, ma anche l’ambiente in cui viviamo e il cambiamento climatico che ci costringe a episodi metereologici inusuali.
Come prevenire, dunque, questi disequilibri, rinforzando l’attuale stato di benessere?
Lo screening iniziale ha proprio l’obiettivo di individuare nel paziente quali siano gli ambiti di maggior fragilità a livello energetico, ambiti su cui possiamo intervenire attraverso l’invio di segnali mirati atti a rinforzare quelle lacune.
I biofotoni, non mi stancherò mai di ripeterlo, sono particelle di energia, che con la terapia di cui mi faccio interprete possiamo personalizzare e trasmettere attraverso metodologie mai invasive (soluzioni idroalcoliche da assumere per bocca, utilizzo di creme cosmetiche cui già siamo abituati, e così via).
La terapia a base di biofotoni risponde puntualmente a tante storture derivanti dalla medicina tradizionale, compresa quella predittiva, di cui vi parlerò nel mio prossimo post.

Nel frattempo, se volete maggiori informazioni o volete prendere appuntamento per un primo colloquio conoscitivo con il sottoscritto, scrivetemi pure alla mail info@domenicoalfieri.it